Colesterolo e attività fisica: facciamo chiarezza
Vediamo come il colesterolo "buono" e "cattivo", possono essere influenzati dalle attività sportive e come comportarci di conseguenza.
Parlare di colesterolo fa pensare spesso a qualcosa di negativo, ma è importante tenere a mente come esso svolga funzioni importanti all’interno del nostro organismo.
È infatti uno dei principali componenti delle membrane cellulari, regolandone permeabilità e fluidità, ma introdurlo con la dieta non è necessario.
È qui che può rivelarsi dannoso, ma non se abbiamo – dalla nostra parte – un grande alleato: l’attività fisica.
COME E QUALE TIPO DI ATTIVITÀ FISICA PUÒ RIDURRE IL COLESTEROLO?
Attività fisica e colesterolo sono correlate in quanto, sentite un po’, l’esercizio aiuta a regolare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue!
Il colesterolo cattivo (LDL), puoi leggere il nostro
approfondimento su LDL ed HDL, viene moderato sia dallo sport che da uno stile di vita sano, i quali sono in grado di influenzarne il valore.
Aumentando il colesterolo buono (HDL), infatti, si mantiene e compensa l'aumento del colesterolo LDL e dei trigliceridi, ottenendo un impatto positivo sulla patogenesi, sulla sintomatologia e sulla forma fisica.
Ma che tipo di sport va fatto?
Per regolare il colesterolo, bisogna prendere in considerazione lo sport aerobico: nuoto, ciclismo e corsa, ballo, sci di fondo, jogging… tutte quelle attività che coinvolgano più muscoli per un certo periodo di tempo, attivando così il consumo di ossigeno, le riserve di zuccheri e gli acidi grassi per generare energia.
Il ritmo ideale da mantenere sarebbe di 200 minuti a settimana, facendo quindi 30 minuti di esercizio per 7 giorni o 40 minuti per 5 giorni a settimana.
Per chi non ha la possibilità di praticare uno sport, niente paura: si può fare anche in casa, è sufficiente usare tapis roulant o cyclette a media intensità.
Perché gli sportivi hanno il colesterolo alto?
Abbiamo visto che l’attività fisica aerobica aumenta quindi il colesterolo buono, ma non riduce quello cattivo e nemmeno quello totale, che invece con l’attività fisica cresce.
Incrementando però il colesterolo HDL, si riduce il rischio cardiovascolare.
L’attività fisica mirata ha un intervento di prevenzione e terapia, controllando i fattori di rischio per l’aterosclerosi – conseguenza di troppo colesterolo cattivo nel sangue – come sovrappeso, diabete, obesità.
Gli alti valori di colesterolo nel corpo di uno sportivo non sono un segnale di allarme, in realtà significa che sta seguendo un ottimo stile di vita!
L’importante è che siano alti i livelli di colesterolo buono.
Inoltre, per lo sportivo, ridurre il colesterolo può nuocere alla prestazione: da esso provengono:
- il cortisolo, che determina l’umore.
- il testosterone, che regola la forza muscolare in gara.
- gli steroidi anabolizzanti, che garantiscono la crescita muscolare
- il coenzima Q10, che regola l’attività dei mitocondri – i quali danno energia alle cellule muscolari – e, se questa viene a mancare, si manifesteranno dolori muscolari e stanchezza che di certo è meglio evitare
CAMMINARE AIUTA A DIMINUIRE IL COLESTEROLO!
Avete capito bene.
Sì all’attività fisica intensa, ma camminare non è da meno!
Regala infatti molti benefici contro ipertensione, diabete, stress, sovrappeso e sì, alza il colesterolo buono.
Diecimila passi al giorno, tradotto in 7 km, è l’obiettivo base per stare bene, purché sia regolare!
È stato attestato come il rischio di ipercolesterolemia e di ipertensione si abbassi del 7% in chi fa una camminata veloce, quindi perché non fare del bene a cuore e arterie?
VALORI: E SE IL COLESTEROLO BUONO È TROPPO ALTO?
Come detto, solitamente gli elevati livelli di HDL sono legati alla diminuzione del rischio cardiovascolare, ma se i valori sono molto elevati (sopra gli 80-100 mg/dl) e il soggetto non è uno sportivo, ciò potrebbe essere causato da:
- patologie genetiche
- Ipertiroidismo
- cirrosi biliare
- terapie ormonali
- farmaci
- intossicazione da alcol, metalli pesanti, sostanze chimiche o pesticidi
Il valore normale di HDL dovrebbe essere compreso tra i 40 e i 59 mg/dl, mentre sono troppo bassi i valori inferiori a 20 mg/dl nell’uomo e 50 mg/dl nella donna.
Dei valori sotto ai 5mg/dl possono essere segno di insufficienza epatica, colestasi (diminuzione o arresto del flusso di bile) e malattia di tangier (disordine ereditario caratterizzato da un calo della quantità ematica di HDL).
Misurando la concentrazione di HDL nel sangue, insieme alla valutazione del profilo lipidico del soggetto, si trova l’indicatore perfetto per stimare il rischio cardiovascolare.
Modula e stabilizza il livello di glicemia nel sangue, sostiene la funzione di fegato e pancreas, favorisce il controllo del peso corporeo, fornendo il meglio della moderna fito-terapia e nutraceutica.