Carenza di ferro: ecco i sintomi e come affrontarla

Quali sono i sintomi dovuti alla carenza di ferro? Scopriamo le cause e come affrontarla, grazie ad una corretta integrazione!

 

FERRO NELL’ORGANISMO
Il ferro è un minerale molto importante per il funzionamento dell’organismo. E’ il componente fondamentale dell’emoglobina, proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo, e della mioglobina, proteina che rifornisce di ossigeno i muscoli.
Inoltre questo minerale partecipa a moltissime altre funzioni biologiche come la produzione di enzimi, i processi di respirazione cellulare, il metabolismo degli acidi nucleici, la sintesi dei citocromi (proteine coinvolte nel trasporto di elettroni) e del tessuto connettivo.
 
In base al suo legame con l’emoglobina e allo stato di ossidazione si distinguono due tipologie di ferro all’interno dell’organismo:
 
  • Ferro eme (Fe2+): è il ferro legato all’emoglobina e alla mioglobina ed è in grado di legarsi all’ossigeno. Rappresenta circa il 75% del ferro totale presente nell’organismo.
  • Ferro non-eme (Fe3+): è presente nell’organismo legato alla ferritina, proteina con funzione di deposito. E’ concentrato principalmente nella milza, nel fegato e nel midollo osseo ed in piccole quantità in alcuni enzimi cellulari e nella transferrina (proteina che lo cede all’emoglobina del midollo osseo in modo da essere convertito in ferro eme).
 
 

FABBISOGNO DI FERRO E CORRETTA ALIMENTAZIONE

Secondo le tabelle LARN, stilate dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, il fabbisogno giornaliero di ferro nell’uomo ammonta a 10 mg, mentre nella donna in età fertile è di 18 mg. Le necessità possono cambiare in base all’età, gravidanza e allattamento, malattie e ustioni, livello di attività fisica.
 
Gli alimenti che contengono maggiormente ferro sono: le frattaglie (principalmente il fegato), le carni rosse e bianche, il pesce, i molluschi e i crostacei.
E’ contenuto in quantità minore nel tuorlo d’uovo, nei legumi, nella frutta secca e nella verdura a foglia verde (in particolare gli spinaci).
 
Tuttavia il ferro presente negli alimenti è assorbito lentamente e in quantità ridotta (circa il 5-10% del ferro ingerito) e varia molto dallo stato di ossidazione: il ferro eme presente solo nella carne è assorbito meglio rispetto a quello non-eme presente in tutti gli altri alimenti, in particolare nei vegetali. Inoltre nei vegetali la presenza di sostanze come fitati, ossalati e fosfati e i processi di cottura riducono ulteriormente l’assorbimento del ferro contenuto al loro interno.
Invece l’assorbimento di questo minerale è facilitato dalla presenza di sostanze come l’acido ascorbico (vitamina C) e l’acido citrico che lo riducono dallo stato non-eme allo stato eme, dal fruttosio che lo mantiene solubile. 
 
 

SINTOMI DOVUTI ALLA CARENZA DI FERRO

I casi di carenza di ferro sono molto diffusi. Infatti molto spesso la perdita fisiologica di ferro non è compensata da un’adeguata assunzione con la dieta, legata spesso ad uno scarso apporto di alimenti contenenti ferro eme.
Le principali cause sono:
 
  • Apporto di ferro ridotto, spesso associato a diete non equilibrate e privative (diete ipocaloriche, diete povere di proteine animali, ecc)
  • Assorbimento insufficiente causato da alcolismo, diarrea o problematiche digestive e gastro-intestinali
  • Eccessive perdite di sangue causate da mestruazioni, perdite ematiche dalle vie urinarie e dall’intestino.
  • Attività sportiva intensa, con particolare attenzione alla pratica delle discipline di Endurance.
  • Gravidanza e allattamento
 
Il deficit solitamente si presenta come debolezza, cefalea, palpitazioni, nevralgie e una maggior facilità alle infezioni.
La più comune patologia è l’anemia sideropenica: sintomatologia caratterizzata da un numero insufficiente di globuli rossi e un deficit di emoglobina. Spesso può portare a problematiche come tachicardia, aritmia cardiaca, complicanze durante la gravidanza e ritardo nella crescita di neonati e bambini, scarsa performance a livello sportivo.
 
 

ASSUMERE INTEGRATORI DI FERRO: QUALI NUTRIENTI SONO IMPORTANTI?

L’integrazione di ferro risulta quindi necessaria quando il suo apporto alimentare è insufficiente, quando diminuisce la capacità dell’organismo di assorbirlo o quando aumentano le perdite.
 
Gli integratori più diffusi contengono ferro sotto forma di Sali organici ferrosi (da preferirsi rispetto a quelli contenenti Sali ferrici). Rispetto al ferro elementare il quantitativo di questo minerale assimilato dai Sali ferrosi varia: tra questi il più assimilabile è il ferro fumarato, dove per coprire il fabbisogno quotidiano di 18 mg di ferro elementare sono necessari 55 mg di ferro fumarato.
 
Utilizzare integratori contenenti acido ascorbico (vitamina C) ne facilita l’assorbimento.
Inoltre l’assunzione di prodotti in cui sono presenti anche manganese e rame favorisce l’assimilazione di ferro da parte del fegato e agisce da catalizzatore per la formazione dell’emoglobina. Inoltre hanno azione positiva a livello delle ossa, degli enzimi che mantengono elastici i vasi sanguigni e il muscolo cardiaco e degli enzimi che proteggono dall’azione negativa dei radicali liberi.
Proprio per questo motivo, abbiamo realizzato FERROLIP, seguendo questo principio. Il nostro integratore di ferro liposomiale, con aggiunta di vitamina C e minerali, prodotto interamente in Italia.
 
Attenzione: L’assunzione di alcuni farmaci riduce l’assorbimento del ferro alimentare e sono: antiacidi, colestiramina, antinfiammatori FANS inibitori della COX 1, penicillammina e tetracicline. L'integrazione di ferro durante un’infezione virale dovrebbe essere interrotta perché può facilitare la proliferazione del virus.